La Forza della Mente
La Dislessia è definibile davvero un disturbo?
Riflessioni tra teoria, casi clinici e biografie
di Marica Malagutti
Oggi
la scuola è importante più che mai, imparare, ascoltare, leggere e
scrivere sono funzioni fondamentale per vivere. Occorre arrivare ad
un diploma per poter accedere, se siamo fortunati, ad un lavoro che
sta diventando sempre più una chimera invece che un Diritto
Fondamentale sancito anche dalla nostra Costituzione.
Ma
cosa possiamo fare quando facciamo fatica non solo a studiare, ma anche
solamente a leggere e a scrivere? Quante volte i nostri figli, i
nostri alunni, sono stanchi, non hanno voglia di andare a scuola di
leggere e di fare i compiti? No magari, proprio tu che stai leggendo
in questo momento stai faticando con le parole e i numeri e stai
cercando soluzioni? La Dislessia è un disturbo ormai conosciuto e di
cui tutti ne parlano, ma forse anche abusato per definire ogni
difficoltà che chi impara deve affrontare.
Per
questo motivo Kronos
Psicologia offre
articoli gratuitamente consultabili su questo grande tema non solo
affrontando gli approcci teorici, ma anche portando esempi concreti,
possibili soluzioni, indirizzi utili e biografie di persone famose
che hanno sofferto di questo disturbo o meglio che hanno goduto e
sfruttato le proprie potenzialità.
Per
incominciare questo viaggio, che io considero meraviglioso, ti
consiglio di leggere il primo articolo che è una sintesi breve ed
efficace sulla definizione e caratteristiche dei disturbi di
apprendimento. Tra esattamente 7 giorni uscirà il prossimo articolo
su casi clinici che hanno avuto un buon esito.
Buona
lettura!
Breve
definizione e caratteristiche dei Disturbi di Apprendimento
Prima
di parlare nello specifico della Dislessia
è importante sapere che
Disabilità dell'apprendimento è un termine
generico che si riferisce a un gruppo eterogeneo di disordini
che si manifestano con significative difficoltà nell'acquisizione e
uso delle abilità di ascoltare, parlare, leggere, scrivere,
ragionare, o matematiche, o abilità sociali. Questi
disordini possono essere dovuti a
disfunzioni del sistema nervoso centrale, altre condizioni di
handicap (ad
esempio danno sensoriale, ritardo mentale, disturbo sociale ed
emotivo), con influenze socio-ambientali (ad esempio differenze
culturali, insufficiente o inappropriata istruzione, fattori
psicogeni), e specialmente con il disturbo da deficit di attenzione
[ADD].
I
Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento (DSA) lasciano
intatto il funzionamento intellettivo generale e comprendono diversi
disturbi come:
Dislessia:
disturbo specifico della decodifica della lettura (in termini di
velocità e accuratezza, inversione e/o sostituzione di lettere e
numeri), difficoltà nella consapevolezza fonologica (difficoltà nel
riconoscere quanti, quali e in che ordine sono i suoni di una
parola); quindi la lettura è più lenta e/o meno corretta delle
aspettative, in base all’età o alla classe frequentata.
Disortografia:
disturbo specifico della scrittura di natura linguistica (in termini
di errori di ortografia).
Disgrafia:
disturbo specifico della scrittura di natura grafomotoria (in termini
di scrittura poco leggibile):
Discalculia:
disturbo specifico del sistema dei numeri e del calcolo, difficoltà
nell'apprendimento delle tabelline:
Lentezza
nell’automatizzazione di diverse abilità: alcuni bambini con
DSA possono anche avere difficoltà di coordinazione, di motricità
fine, nelle abilità di organizzazione e di sequenza, difficoltà
nell’acquisizione delle sequenze temporali (ore, giorni, stagioni,
ecc.). In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in alcune
abilità motorie (ad esempio allacciarsi le scarpe). A volte il
bambino potrebbe manifestare anche problemi psicologici, con
difficoltà nel rapporto con i compagni e/o con le insegnanti e un
rifiuto per la scuola, ma si tratta della conseguenza e non della
causa delle difficoltà scolastiche. Anche nella scuola secondaria
persistono lentezza ed errori nella lettura, che possono ostacolare
la comprensione del significato del testo scritto. I compiti scritti
richiedono un forte dispendio di tempo. Il ragazzo appare
disorganizzato nelle sue attività, sia a casa sia a scuola. Ha
difficoltà a copiare dalla lavagna ed a prendere nota delle
istruzioni impartite oralmente, fatica ad esprimere verbalmente
quello che pensa. Talvolta perde la fiducia in se stesso e può avere
alterazioni dell’umore e del comportamento. Due
tipi di apprendimento alla lettura
L'Apprendimento
Globale di Smith e Goodman implica che i bambini imparano
a leggere nel modo più piacevole, e nel più breve tempo possibile,
semplicemente se gli insegnanti li "immergono" in materiali
scritti. [...] Ad esempio gli insegnanti leggono a voce alta ai
bambini, mentre essi "seguono" nel testo. Il linguaggio
quindi non va „spezzetato“ risulta come un „tutto“ Apprendimento
Fonetico I
teorici dell'Apprendimento fonetico sostengono che la
mancanza dell'insegnamento a un bambino a leggere foneticamente, e la
richiesta al bambino di memorizzare centinaia di parole visive
produce la dislessia educativa. Oggi, gli editori stanno vendendo
libri per bambini in età prescolare con nastri audio, così che il
bambino può imparare a leggere con il metodo visivo senza l'aiuto
dei genitori. Il bambino svilupperà un handicap di lettura senza la
minima idea che quello che sta facendo sia dannoso. Nella scuola
materna e nella prima elementare, tutto sembrerà soddisfacente, dato
che la maggior parte delle scuole ora usa il metodo visivo e un
bambino che entra a scuola avendo già memorizzato un gran numero di
parole visive sarà più avanti dei bambini che non l'hanno fatto.
Tutti saranno contenti delle prestazioni del bambino. Ma come il
bambino va in terza dove le richieste di lettura sono maggiori,
coinvolgendo molte nuove parole che la memoria sovraccaricata del
bambino non può gestire, il bambino sperimenterà un esaurimento
nell'apprendimento. Ma il problema può anche apparire in classe
prima elementare se il metodo di insegnamento a scuola è basato
sulla fonetica. Quando si impone una tecnica di insegnamento
ideografico, soggettiva, imprecisa, su un sistema di scrittura
alfabetico-fonetico, che richiede una decodifica precisa, si crea
confusione simbolica, conflitto cognitivo, frustrazione e un
esaurimento dell'apprendimento.
Federico
Bianchi di Castelbianco direttore dell’Istituto Italiano di
Ortofonologia sostiene
che
in
Italia un bambino su cinque presenta disturbi di apprendimento ma
questo non vuol dire che sia dislessico, eppure viene ritenuto tale
ed inserito in un percorso di recupero specifico che rischia di
causargli danni notevoli, avendo in realtà solo disturbi comuni.
Una
neurodiversità non determina una disabilità di per sé, ma solo
ed esclusivamente all’interno della società in cui si manifesta.
Conseguenza più importante di questa considerazione è quella di
darci la possibilità di respingere l’idea che le differenze
nell’apprendimento di lettura, scrittura e calcolo siano
necessariamente disfunzionali e da correggere, ma piuttosto che, in
quanto espressione della neuro diversità dell’individuo, siano da
riconoscere e rispettare.
Le
caratteristiche positive presenti in perone che soffrono di DSA sono:
Sono
molto curiosi, intuitivi e creativi, hanno una fervida immaginazione
e sviluppano facilmente nuove idee e soluzioni.
Hanno
un’intelligenza nella norma e/o superiore alla norma, percepiscono
un'immagine nel suo complesso e colgono elementi fondamentali di un
discorso o di una situazione.
Ragionano
in modo dinamico, creando connessioni inusuali che altri
difficilmente riescono a sviluppare e apprendono facilmente
dall’esperienza.
Ricordano
maggiormente i fatti come esperienze di vita, racconti ed esempi e
memorizzano più facilmente per immagini.
A
presto!
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