###Sipario e pentagramma
Odore della luna
di Michela Pezzani
Carissimi amici, grazie di cuore per avere partecipato con tanto affetto all’evento “Odore della luna” al Festival Non c’è differenza 2024 di Verona dedicato all’altro da sè e ai diritti umani.
Al Teatro Laboratorio di Verona (Lungadige Galtarossa, 22a)
il 12 Maggio alle ore 18,30 ha debuttato.
“Non ci siamo mai incontrate ma sento che accadrà ed è come se ci fossimo sempre conosciute”.
Ho avuto l’onore di sapere di Mahvash Sabet attraverso le sue “Poesie dalla prigione” che è riuscita a far uscire di nascosto in modo inimmaginabile oltre le sbarre della terribile galera di Evin, in Iran, dove è stata condannata prima a dieci anni e poi ad altrettanti solo perché di religione Baha’i perseguitata da quella fondamentalista islamica.
Alla decima edizione del festival Non c’è differenza dedicato all’altro da sè, che si tiene ogni anno al Teatro Laboratorio di Verona con la direzione artistica dell’attrice e regista Isabella Caserta, è stato scelto il pomeriggio del 12 maggio 2024 per rappresentare il reading “Odore della luna” scritto da Michela Pezzani, ferrarese, giornalista del quotidiano L’Arena di Verona, scritttice e autrice di testi per il teatro di narrazione. Ad interpretare è l’attrice Nunzia Messina della compagnia TrixTragos, con musica dal vivo del pianista Andrea Cortelazzo sulle note di una antica ballata popolare persiana. Il titolo del poemetto è il significato del nome persiano di Mahvash.
In questo articolo, di seguito, un estratto dal lavoro dedicato alla Sabet previsto poi integralmente in un libro per i tipi Mediterraneo Edizioni, distribuito su Kindle, con in copertina la scultura “Tappeto volante” in stoffa e foglia d’oro di Alessio Trevisani, opera in scena anche nello spettacolo.
Lo schiaffo
Ho molto da imparare da te, Mahvash, tutto.
Un uomo mi aveva urlato senza motivo parole irripetibili contro i deboli, i poveri, i perseguitati, i differenti, i migranti, le persone di colore e verso chi mi ha messo al mondo.
Mi sono allora fermata davanti a lui e l’ho guardato come statua di marmo in viso, senza pensieri di vendetta in cuore, ma la mano è partita all’improvviso come mossa da forza invisibile e gli ho dato uno schiaffo. Me ne sono poi andata col mio piccolo cabe al guinzaglio.
Fra le sue urla sguaiate.
Non ho porto l’altra guancia, lo so.
Non riesco a pentirmi di quello che ho fatto.
Ho perciò molto da imparare da te Mahvash che nell’orrore parli d’Amore. Tutto.
Guarda il video dello spettacolo su YouTube:

La poetessa persiana Mahvash Sabet.
“Tappeto volante” di Alessio Trevisani, scultore in stoffa e foglia d’oro.
Nato a Verona è un creativo laureato in Scienze dell’educazione all’Ateneo scaligero.
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