Per non dimenticare
L'angelo
di Michela Pezzani
Ho incontrato un angelo a San Girolamo dove abita il santo dottore della Chiesa, patrono dei bibliotecari, degli studiosi e dei traduttori.
Alzando la testa verso l'alto sul finestrone che dà luce all'altare della Madonna con la corona e il Bambino in braccio,
l'ho visto quell'angelo appeso leggero come una farfalla, intento a leggere l'intero rotolo delle scritture ebraiche.
L'ho incontrato per caso quando pensavo che la dimora dei carmelitani fosse ancora chiusa per il terreno
ed invece, come me e il mondo, dopo le scosse, è ritornata ad aprire i pugni chiusi in cui teneva protetto il soffio vitale che ridà respiro e fiamma al corpo, tepore all'anima.
Occorre calore.
Mi siedo accanto al caminetto, rosso di bragia mai spenta.
Abbracciami angelo della memoria.
Il vento fresco ora soffia via l'odore acre del fumo uscito dagli orridi camini.
Ho incontrato un angelo nel giorno della dipartita di un padre che ha amato molto suo figlio pur non avendoglielo potuto più dire.
E se tu, bambino, che dal genitore fosti tenuto
per mano fino alla tragedia del distacco e ora non riesci a piangere perché i tuoi occhi sono secchi,
alza il volto alla carezza della pioggia che ti lava e nutre la terra.
Ho incontrato un angelo appollaiato controluce sul finestrone della chiesa di San Girolamo e le parole che la creatura ha sussurrato al mio orecchio teso,
dicono che i segni della debolezza umana, quella degli umili, dei perseguitati, dei giusti, sono anche le prove della sua grandezza.
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