La Forza della Mente
Strage Ferrara: «quando l’amore tace la morte parla»
di Marica Malagutti
Non
è possibile! Ha
la mia età e abita in provincia
di Ferrara,
lo potrei conoscere oppure potrei essere amico di persone che lo
conoscono… come ha potuto solo immaginare di far del male ai suoi
genitori e ha addirittura organizzato la loro morte.
Mamma,
mi dici perchè?
Così
ha esordito
mio figlio quando
ha saputo dell’omicidio di due persone uccise in modo premeditato,
quindi pensato, organizzato dal loro stesso figlio
16 enne,
che ha chiesto all’amico di compiere
il massacro in cambio di 1.000 euro.
Il
fatto che non andasse bene a scuola che uscisse alla sera che magari
fumasse degli spinelli non può essere
considerato una causa, ma
un campanello d’allarme che può suggerire che qualcosa non va,
anzi che
tutto non va.
Tutti
siamo pronti a giudicare e a trovare una spiegazione. Perché
secomprendiamo abbiamo
la speranza o meglio l’illusione di controllare la realtà che ci
circonda ed evitare che la paura, il dolore, la violenza e l’orrore
entrino nelle nostre vite e ci sovrastino.
Quante
persone, quanti genitori avranno ascoltato e letto di questa tremenda
tragedia paragonando la propria vita a quella dei protagonisti di
questa storia. È un meccanismo inevitabile, inconscio.
In
questi casi occorre invece fermarci e rimanere in silenzio. Due
ragazzi, minorenni, hanno eliminato due genitori e non è tanto
importante la motivazione a cui possono giungere gli inquirenti,
quanto la distruzione di quello che dovrebbe essere l’amore
più profondo e grande: quello tra genitori e figli.
Cosa
posso rispondere ora a mio figlio? Se
parlassi professionalmente sarebbe inevitabile rispondere che il
legame tra quei genitori e il loro figlio non
era sano, che
non vi era comunicazione e il ragazzo era solo nella sua crescita,
che magari è colpa delle sostanze stupefacenti che assumeva e dei
videogiochi a cui giocava.
Ma
non ho detto nulla di tutto questo.
Ho taciuto e ho messo l’accento sulla mancanza d’amore che oggi
più che mai si vive, tutto diventa possibile perché 1000
euro sono più importanti dell’amore che
abbiamo non solo verso gli altri, ma anche e soprattutto verso noi
stessi. Siamo qualcuno in base a quello che abbiamo, a quanto
possediamo e non a come ci comportiamo e a quanto amore diamo e
riceviamo. Purtroppo
questo caso è l’ultimo di molte tragedie consumate da ragazzi in
preda e artefici dell’istinto di morte che prevale sull’amore.
Ricordiamo
infatti Doretta
Graneris che
a 18 anni con il suo fidanzato nella notte tra il 13 e il 14 novembre
1975 a Vercelli, uccide i genitori, i nonni maerni e il fratello
allora 13 enne. Doretta ha poi dichiarato che l’educazione
familiare era troppo rigida
Ferdinando
Carretta il
4 agosto 1989 a Parma uccide i genitori e il fratello. Fa credere che
i suoi familiari sono partiti per i Caraibi e solo 9 anni più tardi
confessa la sua responsabilità in tv.
Pietro
Maso il
17 aprile 1991 a 19 anni uccide a bastonate i genitori con l’aiuto
di tre amici per ereditare i soldi e fare la bella vita”
Carlo
Nicolini a
26 anni il 21 aprile del 1995 a Sestri Levante (Genova) uccide i
genitori a colpi di fucile, poi ne dilania i corpi estraendo con le
mani le viscere.
Erika
De Nardo e Omar Favaro il
21 febbraio 2011 a Novi Ligure (Alessandria) uccidono, con 96
coltellate, la mamma e il fratellino di Erika,
Guglielmo
Gatti il
30 luglio del 2005 uccide e fa a pezzi a Brescia gli zii che abitano
nell’appartamento in cui lui vive con i genitori.
Valerio
Ullasci il
2 dicembre 2008 a 30 anni massacra i genitori nella villetta alle
porte di Roma.
Igor
Diana il
12 maggio 2016, figlio adottivo uccide a bastonate i genitori nella
loro abitazione a Settimo San Pietro, in provincia di Cagliari. Dopo
una fuga durata 35 ore arrestato confessa: «E’ stato un raptus e
poi si suicida in carcere
Oggi
giorno si dà colpa facilmente a tante cose come telefoni, i
videogiochi, internet, le brutte compagnie, una «cattiva
educazione, un brutto rapporto con i genitori, la solitudine dei
giovani, mancanza di una vita cosìdetta normale. Ma queste sono
circostanze, strumenti. Dipende dall’animo umano superare le
difficoltà e saper utilizzare le cose che ci circondano per
un’azione d’amore e non come motivazione per agire la morte,
altrimenti come dice Shakespeare “Il
Resto è Silenzio”».
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