La Forza della Mente


Depressione e Diritti del fanciullo. 
La storia di Rosa
di Marica Malagutti






Nell'articolo precedente si è parlato di bipolarismo in cui possono sussistere episodi depressivi e maniacali.
Ora può essere interessante approfondire lo stato depressivoin relazione alla violazione del benessere e della crescita del fanciullo.
Considerando i Diritti Umani e nello specifico i Diritti del Fanciullo e dell’Adolescente presenti nella Convenzione di New York 1989 è importante notare che nell’Art.3 si evidenziano la protezione e le cure necessarie al benessere del fanciullo.
Anche nell’Art. 30 della nostra Costituzione troviamo il dovere e diritto dei genitori di mantenere, istruire ed educare i figli. Sembrano solo parole quasi scontate. È normale pensare che i genitori debbano educare i figli, ma è meno comune conoscere l’oggetto dell’educazione e il vero bene dei nostri giovani.
Se noi semplicemente gli induciamo a comportarsi bene e a studiare non consideriamo la complessità del loro bene. A volte presi dal lavoro e da altri impegni non li conosciamo anzi, non li riconosciamo e loro si perdono chiudendosi in sé stessi o fuggendo in gruppi amicali non sempre adeguati o ancora appaiono sintomi fisici come sbalzi di peso e disturbi del sonno.
Ecco infatti il caso di Rosa, una giovane donna tendente all’obesità che quando è venuta nel mio studio la prima volta mi ha detto: “lo so che dovevo venire prima, ma sono indolente e non ho mai voglia di fare le cose“. Rosa lavora in un piccolo ospedale di provincia lontana da dove è nata e cresciuta e i turni non aiutano certo ad una regolarità del sonno e dei pasti.
Dice che non riesce a fiorire come donna è disordinata, sovrappeso e non ha mai avuto un ragazzo. Dalla sua storia emerge una bambina e poi una ragazza studiosa e frequentante la parrocchia. Ha una sorella più giovane, un padre sempre al lavoro e una madre dedita all’ordine della casa e a far da mangiare.
Rosa racconta che non ha mai fatto nulla in casa perché c’era la mamma e la prima volta che è uscita di casa faticava anche a fare il letto.
La giovane donna è ben educata e dopo un buon percorso scolastico ha vinto un concorso e quindi sembra che il ruolo genitoriale abbia dato un buon esito. Ma che cosa non è avvenuto? Nessuno ha educato Rosa a coltivare le sue passioni.
Lei amava suonare e cantare, ma solo la nonna le regalò una chitarra. La mamma preferiva fare le cose da sola e non ha educato la figlia all’ordine dei propri spazi e alla cucina, non solo perché saper gestire la casa e l’alimentazione è importante, ma soprattutto perché era una cosa che potevano condividere e l’apprendimento è tanto più incisivo quando avviene in modo naturale proprio facendo le cose insieme.
Rosa in uno dei colloqui ha riconosciuto anche che non sapeva cosa mangiare perché la mamma decideva sempre lei, questa giovane donna non sapeva nemmeno desiderare. La madre non ha conosciuto e riconosciuto la figlia e Rosa si è chiusa in un attaccamento al cibo sregolato, come sostituto di un blando e deviante attaccamento alla madre.
I sintomi di Rosa erano tristezza, affaticabilità, indolenza, disturbi del sonno e dell’alimentazione. In seguito io stessa mandai la giovane dal medico per verificare la presenza di ipotiroidismo che in effetti era presente. La cosa straordinaria è stata che dopo sei mesi di psicoterapia Rosa ha cominciato un corso di canto che l’ha aiutata a sbloccare la situazione stagnante in cui viveva, ha conosciuto nuove persone, ha vissuto un innamoramento e dulcis in fundus dopo poco più di un anno le analisi del sangue hanno rilevato un miglioramento dei valori tiroidei.
Che cosa è dunque la depressione? Può essere definita anche come un sintomo causato dal non rispetto umano?
Oggigiorno si parla spesso di formazione genitoriale in cui si impara a risolvere i problemi che insorgono con i figli, ma forse sarebbe interessante inserire in questi percorsi anche e soprattutto l’analisi e il riconoscimento delle risorse dei nostri figli e soprattutto come aiutare i nostri giovani a potenziare le proprie capacità ed essere dunque più felici e realizzati.
Probabilmente così facendo i Diritti Umani comincerebbero essere rispettati in un mondo reale partendo proprio dalla famiglia.

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