Per non dimenticare

Mendelssohn “negato” rivive al Quirinale
di Michela Pezzani




Se fosse stato ancora vivo non sarebbe scampato ai campi di sterminio. Il compositore, direttore d’orchestra, pianista, organista ebreo tedesco Jakob Ludwig Felix Mendelssohn Bartholdy(1809- 1947) è uno degli artisti la cui musica fu messa al bando dal Terzo Reich. Nel 1933, il ministro della Propaganda nazista Joseph Goebbels mise in atto il cosiddetto "allineamento della cultura", in base al quale adeguava ai dettami del nazismo la produzione artistica del paese. Epurazione era la parola d’ordine e l’ operazione fu attuata per un numero considerevole di artisti nei più svariati campi artistici, tra cui quello musicale.
Nel Giorno della Memoria del 27 gennaio 2017 che è stata onorata con una cerimonia al Quirinale, trasmessa in diretta su Rai 1 e presenti il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ministri, il sindaco di Roma Virginia Raggi, rappresentanti delle comunità ebraiche, sopravvissuti ai lager, familiari di vittime della shoah e folto pubblico tra cui buona parte giovani, la musica di Mendelssohn ha portato luce e speranza interpretata dalla pianista Monica Ferracuti che ha eseguito brani tratti dai "Lieder ohne Worte".
Geniale esponente del prino Romanticismo, autore di sinfonie, concerti, oratorio, musica per pianoforte (celebre la Romanza senza parole) e musica da camera, Mendelssohn era figlio di una ricca e colta famiglia di spicco e nipote del filosofo Moses Mendelssohn, non ebbe educazione religiosa fino a sette anni. Amico di Wolfgang Goethe già anziano che gli volle bene come ad un figlio, rivelò fin dall’adolescenza uno stile molto personale, originale e di forte intensità emotiva.

da L’Arena 27 gennaio 2017

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