Un Mucchio di Storie

Sento il mare
in una conchiglia

La storia di Marianna, affetta da sclerosi multipla, che cammina sulla rena e raccoglie i gioielli del mare che non la fanno sentire malata.

di Michela Pezzani





Assorbono l’energia delle onde e ne restituiscono le vibrazioni. Marianna le raccoglie camminando sulle spiagge delle località dove suo marito la porta d’estate, in primavera, autunno e d’inverno nonostante sia affetta da sclerosi multipla. Quando è in città, invece, per aggiungere un nuovo pezzo alla sua già ricca collezione, le basta entrare in un negozio di acquari e pesci, sia d’acqua dolce che salata, per trovare lo scaffale dedicato a quei meravigliosi involucri madreperlacei chiamati conchiglie, oggetto di culto per molti appassionati. Per Marianna raccogliere conchiglie è un gesto ricorrente fin dalla sua infanzia e comune anche alla nostra: chi non l’ha mai fatto almeno una volta nella vita? Il fascino di cercare sul bagnasciuga umido i colorati e iridescenti doni delle maree è qualcosa che mescola la curiosità ad una certa dose di mistero, come se riempirsi le mani di conchiglie, scelte ad una una in base alla forma che più piace, fosse il modo più diretto per appropriarsi del mistero marino. A Marianna, inoltre, ama molto donarle le conchiglie perché regalarle nono è solo l’occasione per fare un presente molto originale, ma espressione di sentimento.
Mi piace passare le dita sulla superficie delle conchiglie- spiega Marianna- è un gesto terapeutico che mi dona benessere psicologico e fisico attraverso vibrazioni che vengono da lontano”. In zoologia la conchiglia è l’involucro duro e resistente che contiene o ripara parzialmente il corpo dei molluschi: una produzione delle cellule del mantello, ossia la duplicatura cutanea propria dei molluschi. La conchiglia può essere costituita da una sola valva di solito avvolta a spira oppure da due o ancora contenuta in un sacco del mantello e in essa si distinguono può strati: il periostraco, l’ostraco e l’ipostraco. Il primo, esterno, è formato da un sottile strato di sostanza organica, la concolina che altro non è che la sostanza proteica speciale che entra costantemente nella composizione delle conchiglie oltre che della madreperla e delle perle; il secondo è più o meno impregnato di carbonio di calcio disposto di solito in prismi perpendicolari alla superficie; il terzo, infine,è pure impregnato di sali calcarei sotto forma di aragonite e che costituisce la madreperla. La disposizione è a lamelle e questa stratificazione è la causa dei fenomeni di iridescenza della madreperla e di conchiglie possiamo trovare in natura un’infinità, nei colori dal bruno al giallo e al verde e con interessanti striatura, fino alle conchiglie giganti dentro le quali, appoggiandole all’orecchio, si sente l’eco del mare.
Le conchiglie, oltre ad essere, almeno per me, un provato toccasana, sono anche oggetto di commercio per la loro bellezza- aggiunge Marianna- perché consentono lavori di intarsio come nel caso dei cammei che tanto mi piacerebbe saper fare. E mi ha appassionato inoltre leggere che fin dalla preistoria le conchiglie sono state usate a scopo ornamentale e presso alcuni popolazioni primitive, come moneta di scambio”.

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