Voce ai Diritti
Così
parlò
Barbablù
alle donne
E’
sempre Otto Marzo per la psicologa
e
psicoterapeuta Marica Malagutti
di
Michela Pezzani
A tu per tu con la psicologa e psicoterapeuta. Il suo
impegno contro la violenza sulle donne e la tutela del sesso
femminile si fonda sul principio dell'ascolto in una società sorda.
"Ho risolto un caso difficile di anni e anni di
inferno familiare dando sostegno contemporaneamente all'uomo e alla
donna".
Quando era bambina aveva già sé la scintilla che
l'avrebbe portata a diventare quel che è oggi. Marica Malagutti, 49
anni, è una illuminata professionista che porta avanti con
tenacia la professione di psicologa e psicoterapeuta, non solo nella
sua città natale, Ferrara, ma ovunque la chiamino quando occorre un
pronto intervento di rilievo.
Si è laureata a Padova la stimata dottore ferrarese
(ioovedente, ma questo problema non la ferma di certo anzi la
sprona). Dopo l'alloro alla facoltà patavina di Psicologia ha
proseguito gli studi in psicofisica e neuropsicologia,
divenendo psicoterapeuta psicodrammatista,
diplomata all’istituto Mosaico Psicologie di Bologna,
coronando il ciclo formativo con un master in Psicologia Forense e
la specializzazione in Diritti umani e cooperazione allo sviluppo.
"Sono esperta di problematiche familiari e
relazionali- spiega la Malagutti/- e da diverso tempo mi occupo di
questioni scolastiche sia a livello relazionale che di
apprendimento".
Quotidiana è inoltre la sua battaglia contro la
violenza sulle donne.
"Ogni caso mi sta a cuore e uno degli ultimi, il
cui inferno andava avanti da anni, l'ho risolto dando ascolto
contemporaneamente all'uomo e alla donna coinvolti nella questione"
precisa la Malagutti la quale svolge libera professione
principalmente a Ferrara, collabora col Centro di salute mentale
della città estense e frequenta spesso Verona e Trento dove la sua
esperienza anche di perito tecnico è richiesta.
"Mi piace sia il lavoro individuale che di gruppo e
sia al Sert1 di Padova che al Dipartimento di Psicologia di
Padova ho affrontato le problematiche riguardanti le “nuove
droghe”, la dipendenza da sostanze stupefacenti e dal fumo di
tabacco". Autrice di articoli la Malagutti scrive di psicologia
sul quotidiano on line indipendente La voce del Trentino e tra
le sue recenti conferenze spicca quella sulla fiaba di Barbablù in
quanto chiave di lettura della violenza sulle donne è del
femminicidio.
"La violenza è tacita, silenziosa, invisibile:
tutto sembra normale. Due persone si conoscono, si amano, vivono
insieme e tutti pensano che le cose vadano bene m. E poi
all'improvviso la tragedia, il così detto raptus, da un
momento all'altro tutto quello che sembrava normale viene distrutto
con una violenza indicibile". Così scrive la Malagutti in una
delle sue analisi che riguardo al raptus dice: " in latino
significa rapimento e in psicologia è definito come un impulso
improvviso di forte intensità che porta il soggetto ad episodi di
parossismo, generalmente di carattere violento".
Al convegno sulla violenza "Il silenzio della
violenza: riconoscerla e superarla" che si è tenuto nel maggio
2012 al Castello Estense di Ferrara, organizzato dall'associazione
Unisono Psicologia, col patrocinio di Comune e Provincia di Ferrara,
insieme all'ordine degli psicologi drll'Enilia Romagna, la
Malagutti ha sostenuto:
"La favola di Barbablù rappresenta tutti gli stadi
del processo della violenza che si può definire una escalation.
Comunemente la violenza ha diversi stadi e viene notata da chi la
subisce e dall'opinione pubblico solo nel momento in cui si
manifesta: occorre invece porre attenzione all'attimo in
cui si innesca nel rapporto, esaminando le fasi che normalmente
vengono riconosciute in tale situazione, dal' approccio fisico
anormale blando alla deflagrazione.
Di norma succede che la donna accetta la situazione
anomala di cui lei stessa non è convinta come infatti fa la
moglie di Barbablù che vede nel marito tutte le qualità del
mondo tranne la valenza della sua barba (il blu è tra l'altro
simbolo di morte, trasformazione, cambiamento). Nonostante la
fanciulla che sposa il principe venga avvisata dalle sorelle
maggiori, (simbolo della coscienza femminile più adulta che la mete
in guardia) lei segue l'istinto cieco, l'ingenuità, la voglia
di vivere il sogno di un amore perfetto. Chiude dunque gli occhi sul
particolare che invece sarebbe determinante per la sua salvezza e
si lascia circuire e risucchiare nel dramma. Si salva però nel
momento in cui capisce che lui vuole ucciderla: utilizza l'inganno,
gli fa credere di essere ancora ingenua, gli risponde con la stessa
moneta. A questo punto è riuscita a ritrovare la sua
parte matura e a prendere coscienza della realtà fatta di
"bene e male". I fratelli che chiamati per uccidere
Barbablù rappresenta la forza maschile, l'azione interna ed
esterna della donna stessa per sconfiggere il " bene e il
male".
"Un'altra azione della favole è quella della
solitudine- conclude la psicologa- Se lasciata da sola la donna è in
balia del pericolo, ma se circondata da chi la tutela e protegge è
in grado di contrastare la violenza. L'uomo violento prende di mira
la donna che vede isolata e nel caso la donna abbia dei
contatti fa in modo che li perda e che si ritrovi da senza nessuno"l.
Non lasciamo perciò sole le donne. Donne teniamoci per mano!".
(Da Vita Vera)
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