MirAbilmente

Per on dimenticare
Disabili e Shoah:
 memoria dell’ orrore
di Michela Pezzani

Adulti, bambini, neonati: sono dai 60.000 ai 100.000 i portatori di handicap sterminati nelle camere a gas dalla brutalità nazista secondo il Progetto T4 ideato da Adolf Hitler.




Occorre che la Giornata della memoria ricorra tutto l’anno nella coscienza di  ognuno di noi e non solo il 27 gennaio. Ricordare e riflettere sul genocidio  nazista non è un dovere, ma un obbligo: per non dimenticare e continuare a riflettere su un dramma senza eguali.  Forse non tutti sanno, però, che  le vittime dell’Olocausto non furono solo gli ebrei ma anche omosessuali, malati di mente, zingari e   disabili, questi ultimi, sia bambini che adulti, utilizzati anche come  le prime cavie designate di tutte le tecniche di annientamento, sterilizzazione e eutanasia.
Tutto ciò  faceva capo al Progetto T4 (Aktion T4) ossia l’ eutanasia dei disabili (il nome convenzionale era  Programma nazista eutanasia) che sterminò, secondo i dati storici, dalle 60.000 alle 100.000 persone.
 T4 è l'abbreviazione di "Tiergartenstrasse 4", l'indirizzo del quartiere Tiergarten di Berlino dove era situato il quartier generale dalla Gemeinnützige Stiftung für Heil- und Anstaltspflege, l'ente pubblico per la salute e l'assistenza sociale.
Nell’ottobre del 1939 Hitler aveva convocato una riunione informale alla presenza di Hans Henrich Lammers, ministro della cancelleria, Leonardo Conti, subentrato a Wagner come medico generale del Reich e Martin Bormann, segretario particolare e vera e propria "anima nera" del Fuhrer, per illustrare scopi e modalità del progetto.
Dopo la campagna di sterilizzazione, l’eliminazione dei disabili adulti, istituzionalizzati e non, mirava, nella deriva ideologica del nazismo, a cancellare il passato: quindi  la strage dei bambini  seguiva l’intento folle  di annientamento di un certo presente  immondo e degradato, tale era considerata l’infanzia affetta da handicap. La sterilizzazione, l’internamento e  la deportazione delle persone handicappate, iniziarono subito dopo l’ascesa al potere di Hitler e nel nome della razza pura l’orrore fu compiuto già  prima con appunto una campagna di  sterilizzazione a tappeto, per poi arrivare all’uccisione sistematica. Per citarne uno dei tanti carnefici che si macchiarono di tale orrore si pensi al  dottor Henrich Gross, psichiatra di Vienna, accusato di aver effettuato oltre 300 esperimenti usando bambini disabili come cavie umane.
Lo sterminio dei disabili nei lager, adulti,  bimbi, neonati, era una catena di montaggio: ogni campo era dotato di cosiddetto   personale medico, che spesso non aveva nessuna cognizione anatomica e spesso veniva reclutato a caso anche tra gli studenti universitari, e al loro fianco personale infermieristico e  fuochisti addetti alla gasazione, al crematorio e  alla cremazione dei cadaveri.
Prelevati dagli istituti in cui erano ricoverato, i disabili  venivano portati ai campi di uccisione e quindi  smistati nelle stanze di accoglienza situate di solito sopraelevate  sopra le camere a gas. Dopo la spoliazione degli abiti e degli effetti personali( che venivano raccolti con cura dal personale infermieristico e andavano ad ingrossare un fondo nero del T4, le persone venivano prima sottoposti ad una sommaria visita medica per vedere se avevano denti e placche d’oro, poi  li si  marchiava con nastro adesivo e li si   inviava a fare la doccia, che in realtà erano le camere a gas ( erano chiuse ermeticamente e si dava   fiato a quattro soffioni posti in alto attraverso un meccanismo collocato in un camerone adiacente. La morte sopravveniva nel giro di 10 minuti dopodiché il personale di servizio accatastava i cadaveri, li conduceva al crematorio e, in maniera sommaria, provvedeva all’accatastamento delle ceneri in una fossa comune.

Quelle dei disabili –  disse Adolf Hitler – erano vite indegne di essere vissute”.

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