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La casa dell'ospitalità che abbatte le barriere 
di Michela Pezzani





Suonare al numero 17 di Corso Porta Borsari al campanello "Casa disMappa" (www.dismappa.it) porta bene e non solo a chi è in carrozzina. Anche gli ipovedenti possono muoversi agevolmente in questo luogo illuminato ad hoc e senza barriere che compie un anno proprio oggi, perché l'appartamento reso per metà pubblico, fa stare bene anche i normodotati, ovvero chi non ha problemi di handicap e magari accompagna chi è portatore di disabilità. Gli ideatori e inquilini al servizio della civiltà di Casa disMappa, (associazione di promozione sociale senza scopo di lucro inaugurata il 3 dicembre 2015) sono Nicoletta Ferrari e il suo compagno, il musicista Luca Pighi, uniti nella vita e nel lungimirante progetto di "diffondere la cultura dell'accessibilità".«Lo spirito che ci sostiene è di valorizzare la città di Verona tramite i luoghi e gli avvenimenti accessibili a tutti», spiega la Ferrari, in sedia a rotelle dal 1989 a causa di un incidente, e prosegue: «L'ospitalità a chi viene da fuori è fin dall'inizio nello spirito della nostra onlus».Nei 75 metri quadrati di spazio a utilizzo pubblico, ovvero la metà dell'appartamento in cui prevale il colore bianco latte su muri e pavimenti tutti in piano e senza alcun ostacolo né fughe affinché siano scorrevoli per le carrozzine, Casa disMappa offre anche la stanza dell'ospitalità, realtà unica in Italia pensata per chi arriva in città e ha bisogno di riposare, fare una doccia, restare a dormire per un massimo di tre notti - il tutto assolutamente senza barriere - dotata di tre posti letto componibili e scomponibili per fare piazza singola o matrimoniale, guardaroba e specchi ad altezza carrozzina e un «abile bagno costruito in ogni dettaglio privo di impedimenti».«Sono tante le persone che sono venute a visitare Casa disMappa, italiani e stranieri», spiega Nicoletta precisando che non è un bed and breakfast. «I primi ad arrivare sono stati gli artisti di strada Tarek Drago e Sara Draghetta, ballerini sputafuoco di Bergamo, lui in carrozzina e lei no, fino a Luisa, di Monaco, di origine italiana e che aveva desiderio di rivedere su quattro ruote Verona».«I loro pensieri e firme sono nel libro degli ospiti sul tavolino sotto la finestra» indica la Ferrari mostrando il panorama che i visitatori possono godere dai vetri che danno sulla chiesa di San Giovanni in Foro, il campanile di Santa Eufemia e i tetti del centro storico.Tra le curiosità della stanza dell'ospitalità, spicca inoltre il maniglione della doccia a forma di Adige (con una mappa artistica di Verona sul muro retrostante) con tanto di ponti e una presa assolutamente "garantita", come per dire che anche chi non cammina più con i piedi, può avere Verona in mano.

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