Elettra in Paradiso

  ###Amici animali


Elettra in Paradiso
un racconto di Michela Pezzani

Il corto "L'amante  di Sjögren" sensibiliizza al riconoscimento della sindrome rara

da L'Arena di Verona  del 22 giugno






Estratto dal libro omonimo, in scena al festival "Non c'è differenza" ottava edizione 2022 
(Vr, Teatro Scientifico -Teatro Laboratorio, direttrice artistica Isabella Caserta)

Nunzia Messina voce recitante e regista
Eugenia Soregaroli musicista al flauto traverso 
Alessandra Marigonda interprete Lis


Il libro  intitolato "Cani famosi del passato"  sta infilato nel terzo scaffale dal basso della grande libreria a tutta  parete. A Margherita,  quel patrimonio di carta, viene  sempre in  aiuto   quando  le serve  estrarre un titolo al volo. 

La scrittrice di questa storia vera ha una memoria d'elefante ed è  la proprietaria gelosa custode del  cartaceo ben di Dio in questione. Dopo un attimo  di meditazione, immobile davanti alla biblioteca casalinga,  allunga il braccio a colpo sicuro nella zona giusta, tocca la costola destinata... ed eccolo... 
Il librone è  nella sua mano sinistra,  fra il pollice e l'indice.

Bello grosso, un bel po' vecchiotto e ormai introvabile in commercio, il  volumone... che... guai fargli un orecchia, è  rilegato  in tessuto verde, tonalità  tappeto erboso. 
Ha il  titoli stampigliato in oro. Si tratta di storie di cani,  fidi amici a quattro zampe, rinomati pelosi  di gente celebre nei secoli, scrittori, poeti, musicisti, pittori, scultori, liberi pensatori, personaggi epici. Ulisse fra loro. Il librone è consunto nella rilegatura a forza di essere letto e riletto perché l'argomento ha stregato da sempre Margherita e chi prima di lei. 

Nella sua famiglia, così come i gatti, i cani  non sono mai mancati,  fin da quando ha memoria di sé.
C'è una foto in bianco e nero, ad esempio, nell'album  dei ricordi, nella quale  Margherita è piccola piccola. Ha due anni appena e stringe  al petto un barboncino bianco di peluche col collarino rosso... inseparabile confidente

Artisti di ogni tipo riempiono le pagine del librone che  a dir poco  contiene un parterre di gente tra cui   nobili in cima all'albero araldico e... decaduti, conti,  contessa  marchesi, marchese,  sovrani, sovrane e... la regina Elisabetta II con i suoi fidi  corgi.
Ma non divaghiamo...  è bene procedere con ordine nello  sfogliare il librone  che alla lettera E non  riportare però tra i tanti illustri, il nome e le gesta di colei  di cui sian qui a  narrare, essendo Elettra non ancora nata quando la macchina tipografica "stampò", passato remoto, il venerando almanacco.   
Ordunque  vediamola da vicino la nostra Elettra,  e chi si ostina  a dire che la pigrizia sia un difetto, non ha conosciuto la speciale cagnolina carlino, di professione "attrice a tempo non pieno ma... come dire... al bisogno".

Che sagoma Elettra! Della pennichella prolungata  ha fatto in tutta la sua vita l'occasione "ommmmm" per raggiungere l'elevazione fisica, mentale e spirituale. Del resto si sa, i cani di razza carlino sono paciosi di natura, sebbene per così dire aspiranti levrieri da corsa nel più recondito angolo di sè.  
Portati alla contemplazione e alla poesia delle piccole cose  Elettra ha  senpre coltivato il sogno.  
Essere un'attrice, secondo le sue stesse testimonianze trasmesse oralmente,  ha però   stimolato ad Elettra il circolo  dell'adrenalina in corpo, dentro e fuori dal set.   
"Come, quando, cosa, dove e perchè lei  è approdata alla Settima Arte?"  è stato chiesto  a Elettra in una intervista cartacea di quando ancora non spopolava il web.  Libera da vanità ed egocentrismo, Elettra ha risposto con un radioso spalancamento di occhioni: "Mi sono  messa gratuitamente  al servizio del cinema progresso per  essere la testimonial  consapevole della ricerca scientifica su una grave malattia del nostro secolo ancora senza cura:  l'Alzheimer". 

Per sedici  anni e mezzo Elettra ha  vissuto nella bella casa alle porte dell'antica città dell'amore, dove vive anche Margherita.  Ogni volta che è entrata e uscita dall'elegante stabile per motivi vari e mai da sola, l'orgoglio di essere carlino  l'ha sempre  gonfiata in petto tra le pieghe, orgogliosa  che il suo bel   palazzo avesse quel  giardino interno, rigoglioso quanto una vera e propria oasi. Guai però farci la pipì.Ah le regole condominiali!!!  

Al guinzaglio, insieme alle sue mamme adottive, ovvero  Silvana la pittrice e Eugenia la musicista, Elettra si  è potuta  considerare davvero una pelosa fortunata,  fin dal momento in cui è entrata a far parte della speciale famiglia in cui la musica e l'estro  del pennello sono stati il pane quotidiano.
All'attrice Anna Magnani che era non solo un'appassionata gattara ma anche amica e proprietaria di ben  sette cani,  Elettra sarebbe piaciuta... così antidive tutte e due, così genuine sul set in tutta la loro  spontaneità. 
Ebbene... anche  Elettra è  stata scelta dal destino per esprimersi davanti alla macchina da presa,  e   molto ma molto particolare è il film che la vede unica nel suo genere. S'intitola "La terapia dell'amore".
 
Se c'è infatti qualcosa che a questo mondo può ancora salvare l'umanità dalla rovina  è proprio la fatidica parola che fa rima con cuore. Amore. È sempre così difficile persino da pronunciare quando la paura o il pudore dei sentimenti prende il sopravvento.
"Ciak".  Quando il regista Mario ha girato non ha mai avuto problemi in nessuna inquadratura di  Elettra. Lei aveva talento innato. Ha dispensato molto affetto e a sua volta ne ha ricevuto. 
L'opportunità  del set era scattata il giorno in cui Eugenia aveva sentito il forte impulso di dare voce all' amata cagnolina affinché potesse  proprio lei  esprimersi con la lingua degli sguardi. 

Cosa stava accadendo di così stravolgente a mamma Silvana?
Il dolore  era entrato nelle loro vite come una goccia cinese capace giorno dopo giorno di allargare un  buchino fino a provocare il crollo della diga nella mente di mamma... e la deriva in quella dei familiari. 
Come era minuscola Elettra da cucciola appena adottata da Silvana e  Eugenia!  Intenso  il  ricordo di quando la bestiola  stava in una mano. Che sensazione indescrivibile sentirsi protetta. L'imprinting era stato meraviglioso nel giorno in cui Elettra aveva leccato il naso di Silvana e lei l'aveva presa tenendo i palmi a culla ai quali si erano aggiunti quelli di Eugenia. 
L'intesa avrebbe lasciato il segno non solo alle loro tre esistenze ma al senso della vita di molte altre persone. 

Il brutto giorno però in cui Elettra si era resa conto di qualcosa di strano in mamma Silvana, una  tristezza infinita l'aveva avviluppata, tanto da sollecitare Eugenia a mettere nero su bianco il diario quotidiano di cosa  accadeva.
Parola dopo parola, momento dopo momento, sospiro dopo sospiro, gli appunti di Eugenia avevano riempito un intero quaderno. Elettra era stata chiamata proprio così perché la musicista, al tempo dell'adozione della carlino, era impegnata nelle prove d'orchestra dell'opera Elettra di Richard Strauss con cui la neonata carlino fu poi svezzata. Il repertorio operistico mondiale aveva fatto poi il resto negli anni successivi. 

Elettra era  estimatrice musicale, a contatto per tutto il giorno con gli spartiti a casa. La sera, quindi, frequentava i concerti ovunque, compreso l'anfiteatro Arena di Verona. A Elettra nella città scaligera era mancato solo il Teatro Filarmonico, perché  il regolamento vietava e vieta l'ingresso agli animali. Peccato.  
Si sarebbe potuto andare anche lì perché  Elettra è sempre stata bravissima e attenta, in religioso silenzio al cospetto dei vari repertori... senza russare.
Elettra  la conoscevano tutti, sempre profumata, con quel musetto da pasticcino che faceva venir voglia  di strapazzarla di coccole, cosa a lei alquanto gradita.

Dopo avere ascoltato così tante volte l'Elettra di Strauss, "la carlino"  si era  insomma  resa  bel presto conto che la vita  non prevede solo melodie ma è fatta di aspre sonorità e dissonanze. 
Proprio come il tessuto musicale, la vita è anche  tragedia. 

A noi umili creature che stiamo rette su due piedi, che calziamo calzini  e scarpe e ... che nascondiamo sotto l'osso sacro un mozzicone di coda, cosa resta dunque da dire se non "Grazie Elettra".  
Sei un essere speciale e ancor di più di tutti i carlini  famosi della Storia.







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