Elettra in Paradiso
###Amici animali
Il corto "L'amante di Sjögren" sensibiliizza al riconoscimento della sindrome rara
da L'Arena di Verona del 22 giugno
(Vr, Teatro Scientifico -Teatro Laboratorio, direttrice artistica Isabella Caserta)
Nunzia Messina voce recitante e regista
Eugenia Soregaroli musicista al flauto traverso
Alessandra Marigonda interprete Lis
Il libro intitolato "Cani famosi del passato" sta infilato nel terzo scaffale dal basso della grande libreria a tutta parete. A Margherita, quel patrimonio di carta, viene sempre in aiuto quando le serve estrarre un titolo al volo.
Il librone è nella sua mano sinistra, fra il pollice e l'indice.
Ha il titoli stampigliato in oro. Si tratta di storie di cani, fidi amici a quattro zampe, rinomati pelosi di gente celebre nei secoli, scrittori, poeti, musicisti, pittori, scultori, liberi pensatori, personaggi epici. Ulisse fra loro. Il librone è consunto nella rilegatura a forza di essere letto e riletto perché l'argomento ha stregato da sempre Margherita e chi prima di lei.
Nella sua famiglia, così come i gatti, i cani non sono mai mancati, fin da quando ha memoria di sé.
C'è una foto in bianco e nero, ad esempio, nell'album dei ricordi, nella quale Margherita è piccola piccola. Ha due anni appena e stringe al petto un barboncino bianco di peluche col collarino rosso... inseparabile confidente
Artisti di ogni tipo riempiono le pagine del librone che a dir poco contiene un parterre di gente tra cui nobili in cima all'albero araldico e... decaduti, conti, contessa marchesi, marchese, sovrani, sovrane e... la regina Elisabetta II con i suoi fidi corgi.
Ma non divaghiamo... è bene procedere con ordine nello sfogliare il librone che alla lettera E non riportare però tra i tanti illustri, il nome e le gesta di colei di cui sian qui a narrare, essendo Elettra non ancora nata quando la macchina tipografica "stampò", passato remoto, il venerando almanacco.
Ordunque vediamola da vicino la nostra Elettra, e chi si ostina a dire che la pigrizia sia un difetto, non ha conosciuto la speciale cagnolina carlino, di professione "attrice a tempo non pieno ma... come dire... al bisogno".
Portati alla contemplazione e alla poesia delle piccole cose Elettra ha senpre coltivato il sogno.
Essere un'attrice, secondo le sue stesse testimonianze trasmesse oralmente, ha però stimolato ad Elettra il circolo dell'adrenalina in corpo, dentro e fuori dal set.
Per sedici anni e mezzo Elettra ha vissuto nella bella casa alle porte dell'antica città dell'amore, dove vive anche Margherita. Ogni volta che è entrata e uscita dall'elegante stabile per motivi vari e mai da sola, l'orgoglio di essere carlino l'ha sempre gonfiata in petto tra le pieghe, orgogliosa che il suo bel palazzo avesse quel giardino interno, rigoglioso quanto una vera e propria oasi. Guai però farci la pipì.Ah le regole condominiali!!!
All'attrice Anna Magnani che era non solo un'appassionata gattara ma anche amica e proprietaria di ben sette cani, Elettra sarebbe piaciuta... così antidive tutte e due, così genuine sul set in tutta la loro spontaneità.
Se c'è infatti qualcosa che a questo mondo può ancora salvare l'umanità dalla rovina è proprio la fatidica parola che fa rima con cuore. Amore. È sempre così difficile persino da pronunciare quando la paura o il pudore dei sentimenti prende il sopravvento.
"Ciak". Quando il regista Mario ha girato non ha mai avuto problemi in nessuna inquadratura di Elettra. Lei aveva talento innato. Ha dispensato molto affetto e a sua volta ne ha ricevuto.
Cosa stava accadendo di così stravolgente a mamma Silvana?
Il dolore era entrato nelle loro vite come una goccia cinese capace giorno dopo giorno di allargare un buchino fino a provocare il crollo della diga nella mente di mamma... e la deriva in quella dei familiari.
L'intesa avrebbe lasciato il segno non solo alle loro tre esistenze ma al senso della vita di molte altre persone.
Il brutto giorno però in cui Elettra si era resa conto di qualcosa di strano in mamma Silvana, una tristezza infinita l'aveva avviluppata, tanto da sollecitare Eugenia a mettere nero su bianco il diario quotidiano di cosa accadeva.
Parola dopo parola, momento dopo momento, sospiro dopo sospiro, gli appunti di Eugenia avevano riempito un intero quaderno. Elettra era stata chiamata proprio così perché la musicista, al tempo dell'adozione della carlino, era impegnata nelle prove d'orchestra dell'opera Elettra di Richard Strauss con cui la neonata carlino fu poi svezzata. Il repertorio operistico mondiale aveva fatto poi il resto negli anni successivi.
Elettra era estimatrice musicale, a contatto per tutto il giorno con gli spartiti a casa. La sera, quindi, frequentava i concerti ovunque, compreso l'anfiteatro Arena di Verona. A Elettra nella città scaligera era mancato solo il Teatro Filarmonico, perché il regolamento vietava e vieta l'ingresso agli animali. Peccato.
Elettra la conoscevano tutti, sempre profumata, con quel musetto da pasticcino che faceva venir voglia di strapazzarla di coccole, cosa a lei alquanto gradita.
Dopo avere ascoltato così tante volte l'Elettra di Strauss, "la carlino" si era insomma resa bel presto conto che la vita non prevede solo melodie ma è fatta di aspre sonorità e dissonanze.
A noi umili creature che stiamo rette su due piedi, che calziamo calzini e scarpe e ... che nascondiamo sotto l'osso sacro un mozzicone di coda, cosa resta dunque da dire se non "Grazie Elettra".
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